Lezione 2

Quantità di luce: la corretta esposizione

L’esposizione è determinata dalla quantità di luce che colpisce il supporto fotosensibile.
Viene chiamata ‘corretta esposizione’ quella che rende il soggetto ben visibile: una fotografia quindi né troppo chiara (sovraesposta), né troppo scura (sottoesposta).

L’Esposimetro

Per aiutarci a stabilire quale quantità di luce sia necessaria perché l’immagine sia ben visibile, la macchina fotografica ci aiuta con uno strumento chiamato ‘esposimetro’ (misura la luce riflessa dall’area inquadrata).

Il grafico dell’esposimetro si esprime (circa) così:

esposimetro-1024x362.jpg

Quando indica lo 0 (‘zero’, la tacca centrale) significa che scattando con quelle determinate impostazioni (tempi, diaframmi, ISO) la zona che siamo puntando risulterà esposta correttamente e diventerà di una tonalità di ‘grigio neutro’ (cioè a metà strada tra il bianco e il nero). La macchina non sa cosa è bianco e cosa è nero! Si limita ad indicarci cosa fare per ottenere una foto né troppo chiara, né troppo scura (v. bicchiere riempito a metà).

Se indica - o +, probabilmente dobbiamo correggere le impostazioni per fare entrare più o meno luce.
Come? Cambiando il tempo di esposizione, l’apertura del diaframma, e al limite gli ISO.

NB: le macchine posso usare diverse modalità di misurazione dell’esposizione (es. spot centrale, matrix, ecc.). Decidete quale fa più al caso vostro, fate delle prove, e ricordatevi quale avete scelto!

Nelle macchine fotografiche moderne sono principalmente due i meccanismi che ci permettono di controllare la quantità di luce che passerà attraverso il foro, determinando l’esposizione finale.

Il tempo di esposizione

Disponibile in varie forme (a seconda del modello della macchina), l’otturatore svolge sempre la stessa funzione: si apre e si chiude, permettendo alla luce di attraversarlo solo per un lasso di tempo determinato, comunemente chiamato ‘tempo di esposizione’. Questo lasso di tempo viene misurato in secondi e frazioni di secondo. Alcuni esempi di tempi sono i seguenti (dal più breve al più lungo):

... 1/2000 1/1000 1/500 1/250 1/125 1/60 1/30 1/15 1/8 1/4 1/2 1” 2” ecc. *

* Alcune macchine fotografiche consentono di utilizzare anche tempi intermedi tra quelli elencati.

Più lungo è il tempo di esposizione, più chiara sarà la foto. E viceversa.

Al raddoppiare del tempo raddoppia l’esposizione.

La differenza d’esposizione viene misurata, nel gergo fotografico, in ‘stop’.
La differenza tra un tempo e il suo doppio – o la sua metà – è di ‘uno stop’.

Le aperture del diaframma

Il diaframma è un’apertura regolabile che determina la quantità di luce che passa e colpisce il sensore. Chiaramente, a parità di tempo, un’apertura maggiore lascia passare più luce rispetto ad una minore. Più aperto è il diaframma, più chiara sarà la foto. E viceversa.

L’apertura del diaframma è indicata da un numero preceduto ‘f/’.
Più piccolo è il numero, maggiore è l’apertura.

La scala standard dei diaframmi (dal più aperto al più chiuso) è la seguente:

f/1 f/1.4 f/2 f/2.8 f/4 f/5.6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 ecc.*

* Alcune macchine fotografiche consentono di utilizzare anche aperture intermedie tra quelle elencate.

Ad ogni intervallo l’esposizione raddoppia – o si dimezza. Cambia quindi di ‘uno stop’. 

Non preoccupatevi di memorizzare intervalli e numeri del diaframma…
L’importante è ricordare che più piccolo è il numero, più è aperto il diaframma (passa quindi più luce)!

NB: si può ottenere la stessa esposizione con varie combinazioni di tempi e diaframmi.

Gamma Dinamica (detta anche Latitudine di Posa)

Non dimenticatevi questo concetto importante!!

Pellicole e sensori hanno un limite: non riescono a registrare la gamma di luci che riusciamo a vedere ad occhio nudo. Cosa vuol dire? Che in situazioni di alto contrasto non è sempre possibile esporre in modo ottimale sia le luci che le ombre (le zone molto chiare e e le zone scure tenderanno a perdere dettaglio, fino a diventare illeggibili, diventando sempre più bianche o nere).

In molti casi sarà quindi necessario esporre correttamente solo una porzione dell’inquadratura, sovraesponendo o sottoesponendo la parte che non interessa (che tenderà quindi a diventare bianca o nera).
Oppure, una volta riconosciuta la differenza di intensità dell’illuminazione nella scena, si può decidere di escluderne dall’inquadratura una parte (quella troppo chiara o troppo scura) e risolvere il problema alla radice!
In molti casi pratici la cosa si traduce nell’evitare di includere nella stessa inquadratura la fonte di luce e il soggetto illuminato (es. lampada e oggetto, cielo e terra, ecc.).

Compiti per casa:

  • 1 foto: soggetto fermo con illuminazione debole (es. al chiuso, luce artificiale, penombra);

  • 1 foto: soggetto fermo con illuminazione forte (es. all’aperto, in pieno giorno, luce solare);

  • 1 foto: soggetto in movimento con illuminazione debole;

  • 1 foto: soggetto in movimento con illuminazione forte.

    Foto facoltative:

  • 1 foto con effetto panning.
    Scattare con un tempo relativamente lungo (es. 1/15 di secondo) una foto di un soggetto in movimento (es. persona che cammina). Il movimento del soggetto dovrebbe essere perpendicolare rispetto al punto di ripresa. La macchina fotografica inizia a muoversi alla velocità del soggetto prima dello scatto, per continuare il movimento alla stessa andatura durante lo scatto.
    (Meglio se lo sfondo presenta irregolarità e dettagli, così si avrà la percezione di movimento in foto.)
    Il punto è mantenere il soggetto sempre nella stessa porzione dell’inquadratura, così sembrerà che il soggetto sia fermo mentre lo sfondo si muove.

  • 1 foto con light painting.
    Serve un ambiente di totale oscurità. Posizionare la macchina immobile da qualche parte. Impostare un tempo di scatto di 30 secondi (appare scritto 30’’). Quando si apre l’otturatore posizionarsi di fronte alla macchina e scrivere/disegnare puntando la torcia contro la macchina fotografica. Attenzione: tutto ciò che viene illuminato durante lo scatto apparirà in foto, mentre ciò che rimane in ombra sarà nero. La luce diretta verso la macchina fotografica creerà dei disegni luminosi.

    Totale: 4 foto (max 6) da inviare.

    PS. Provate anche ad ottenere la stessa esposizione usando diversi rapporti tempo/diaframma (inclusa massima e minima apertura del diaframma… il numero con la ‘f/’ davanti). Può essere necessario appoggiare la macchina, affinché stia immobile durante lo scatto.
    Non serve inviare queste foto.

Invia le foto usando il modulo:

https://forms.gle/JMFCtXW3PnZD2weMA