Settimana 3

Il bianco
e il vuoto

Siamo abituati a raccontare per accumulo: una sequenza di eventi, una scena completa di tutti i dettagli, un soggetto chiaramente visibile.
Ma alcune storie si possono raccontare meglio con quello che manca.

Questa settimana proviamo a costruire una narrazione visiva che gira attorno a un’assenza.
Una micro-sequenza, una mini-serie dove il cuore della storia non si vede mai. Ne ne vedono solo tracce, atmosfere, echi.

👉 Cosa fare

Pensa a una situazione concreta: un incontro, una separazione, un cambiamento, una decisione. Scrivila in una frase.

Costruisci poi una serie di 3-5 immagini che non mostrano mai il momento chiave, ma solo il prima o il dopo.
Può essere ambientata dove vuoi: a casa, in vacanza, per strada. L’importante è che il senso arrivi per sottrazione.

🎯 Obiettivo

Saper raccontare senza spiegare.
Lasciare spazio all’immaginazione di chi guarda.
Usare l’omissione come strumento narrativo, non come limite.

🧠 Consigli pratici

  • Concentrati sui dettagli marginali: un oggetto spostato, una luce accesa, una porta socchiusa.

  • Cura il ritmo visivo della sequenza: deve esserci coerenza, anche nel non detto.

  • Non cercare di essere troppo enigmatico: sii onesto, ma discreto.

🗂️ Cosa consegnare

Carica una sequenza da 3 a 5 immagini.
Nel modulo, scrivi la frase che ha ispirato la serie e un breve commento sul tuo approccio.


Carica le foto da qui:
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NB: il modulo richiede l’utilizzo di un account Google (ad esempio un indirizzo Gmail).

🔍 Fonti d’ispirazione

Teju Cole (scrittore)
Blind Spot è un libro di fotografie e testi brevi: ogni immagine contiene un vuoto narrativo che stimola l’immaginazione.

Sofia Coppola (regista)
I suoi film raccontano spesso per omissione: silenzi, dettagli, sguardi.

Gerry Johansson
Fotografa luoghi ordinari, in cui qualcosa è successo. Ma non si vede. Eppure si sente.

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