Lezione 6

Linguaggio Visivo

Vediamo come siamo. Fotografare e comunicare efficacemente richiede un buon livello di conoscenza del soggetto, ma soprattutto di noi stessi. Ricordate Socrate: “conosci te stesso”.


Una comunicazione visiva potente non si limita a mostrare la realtà, ma rappresenta un punto di vista, un’idea, una riflessione, un’intuizione. Il primo passo è riuscire a rendere un’immagine comprensibile attraverso la composizione, il secondo passo è inserire un messaggio interessante nella foto.

Come? Utilizzando le figure retoriche!

Le figure retoriche in fotografia:

Nella gran parte dei casi si tratta di inserire più di un elemento nell’inquadratura, ma è di fondamentale importanza che i vari elementi inquadrati interagiscano tra di loro (almeno a livello concettuale).

Nella realtà è molto difficile che un elemento sia isolato dal suo contesto. Per questo è necessario osservare bene e notare ogni elemento presente, perché tutto ciò che inquadriamo acquisirà un significato per chi osserva la foto. Quindi…
Attenzione!
La scelta di cosa includere ed escludere deve essere ben ragionata e precisa: deve vedersi chiaramente ciò che deve vedersi, e non si deve vedere ciò che non c’entra nulla con il messaggio che vogliamo trasmettere.
In poche parole, attraverso la composizione, bisogna guidare l’interpretazione del pubblico.

Alcuni sani princìpi da tenere a mente:

1. Ridurre al minimo la confusione visiva (come il ‘rumore’ in una conversazione): evitare sovrapposizione di soggetti, l’accostamento di troppi colori diversi, la presenza di elementi parziali (tagliati o non conclusi), troppi elementi inclusi.

2. Evitare ogni forma di ridondanza: non ripetere elementi già presenti o con significati troppo simili tra loro, usare sempre il numero minimo di elementi strettamente necessari per descrivere la situazione.

3. Ricordare che la narrazione non è svolta nel tempo (come ad esempio nel cinema), ma si sviluppa nello spazio (destra/sinistra, sopra/sotto, davanti/dietro): quindi occhio anche a quello che avviene sullo sfondo o sui bordi della fotografia!

Di seguito alcune figure retoriche di facile applicazione in fotografia:

  • Accumulazione: serie di termini accostati in modo ordinato e/o caotico come ripetizioni parziali del senso di ognuno.

  • Allusione: citare un riferimento più o meno noto, trasformandolo a una realtà che lo chiama per alcune caratteristiche.

  • Analogia: rappresentazione di un’idea attraverso parole con significati diversi collegate tra loro da un concetto astratto.

  • Anastrofe: inversione dell’ordine abituale di un gruppo di termini successivi.

  • Antifrasi: consiste nell’usare un’espressione attribuendole un significato opposto a quello a essa proprio, per lo più in senso ironico. Es. dire: ‘che bella giornata’, mentre piove a dirotto.

  • Antitesi: contrapposizione di idee espressa mettendo in corrispondenza parole di significato opposto o in contrasto.

  • Cacofonia: accostamento di immagini che produce un effetto esteticamente sgradevole.

  • Climax: disposizione di termini secondo una gradazione in crescita (climax ascendente). Se la disposizione avviene diminuzione prende il nome di anticlimax.

  • Ellissi: all’interno di una frase, consiste nell’eliminazione di alcuni elementi al fine di dare al periodo concisione e coesione.

  • Iperbole: consiste nell’esagerazione nella descrizione della realtà tramite espressioni che l’amplifichino. Es. ‘Ti amo da morire!’

  • Metafora: è la sostituzione di un termine proprio con uno figurato.

  • Ossimoro: antitesi di parole differenti fra loro che vengono accostate per dare un senso paradossale.

  • Reiterazione: consiste nel ripetere lo stesso concetto con altre parole.

  • Rima: è l’omofonia, ovvero l’identità dei suoni, tra due o più parole (in fotografia si parla di isomorfismo, ovvero di somiglianza tra forme piuttosto che di suoni).

  • Sineddoche: consiste nell’uso in senso figurato di una parola al posto di un’altra basato su relazioni quantitative (il tutto per la parte; la parte per il tutto).Ricorda che il significato di una fotografia è sempre locale: gli spettatori interpretano la foto basandosi sulla propria comprensione del mondo, e quella dipende da un sacco di cose!

Non importa tanto cosa di fotografa, ma come lo si fotografa e come poi viene mostrato.

Con l’esplorazione profonda di un tema, un fotografo riesce a costruire una sua visione sul soggetto e acquisire la consapevolezza necessarie perché la sua visione (prima) e le sue fotografie (dopo) possano portare un messaggio interessante. Concentrati nel fotografare ciò che ti importa veramente!

Post-Produzione Digitale

La maggior parte dei concorsi fotografici non permette di intervenire sulla foto se non con leggere modifiche:

  • esposizione

  • contrasto

  • bilanciamento del bianco

  • saturazione e B/N

  • ritaglio/raddrizzamento

  • lievi correzioni locali

Finché ci interessa restare all’interno del ‘reame della fotografia’, sarà comunque bene evitare di modificare le foto al punto da alterarne il contenuto (colori alterati, rapporti di luce invertiti, saturazione eccessiva, chiarezza estrema, ecc.).

Compiti per casa:

  • Esercizio del flaneur: vagabonda e osserva tutto con attenzione. Soffermati su ciò che cattura il tuo sguardo. Scatta foto (sempre esplorando il soggetto, variando il punto di vista, attenzione alla composizione). Scegli 5-6 delle foto che hai scattato, cerca di individuare un filo conduttore, una traccia di chi sei.

  • Foto con figura retorica, ovvero un’immagine che contenga almeno due elementi che interagiscano tra loro nell’inquadratura.

Invia le foto usando il modulo:

https://forms.gle/JMFCtXW3PnZD2weMA

Se il modulo non funziona, faccelo sapere e invia le foto a troppocieloedu@gmail.com.

Sequenze Fotografiche

Le serie fotografiche offrono la possibilità di parlare di un argomento in maniere più approfondita di quanto si possa fare con una singola foto (per quanto densa possa essere). Inoltre, interagendo tra di loro, più immagini riescono a restringere il campo di interpretazioni e guidano lo spettatore in un discorso ben definito.

Gli elementi tipici di una narrazione sono:

- Alcuni protagonisti                                                           
- Un contesto spazio-temporale (storico-geografico)                  
- Un tema concettuale 

Più sono limitati, più il lavoro sarà facile da sviluppare (es. Amore vs. Amore tra teenager in Lapponia)

Tre tipi di sequenza:

  • Sequenza Tematica: consiste nella ripetizione di un esempio al fine di chiarire e ribadire un concetto ben preciso. Richiede forte coerenza estetica tra le immagini.

  • Sequenza Cronologica: le foto vengono disposte nell’ordine in cui sono state scattate. Mostrano un evento nella sua normale successione temporale.

  • Sequenza Logica: è un discorso complesso, in cui grandissimo spazio viene dato alla visione personale di chi compone la narrazione. Importanza particolare hanno la prima e l’ultima foto (apertura e chiusura del discorso).

L’argomento è vasto e richiede un’attenzione dedicata. Se ti interessa approfondire e imparare a creare un racconto con le fotografie, c’è il Corso di Narrazione Visiva di TroppoCielo. Un percorso altamente formativo della durata di tre mesi.

Corso di
Narrazione Visiva

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